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L’approccio umano al rischio nel Risk Management

L’approccio umano al rischio nel Risk Management

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Quando si parla di Risk Management spesso ci si dimentica che tutto parte dalla sensibilità umana e da come ogni individuo reagisce agli stimoli a cui è sottoposto. Questo fa sì che, invece di considerare gli aspetti umani del rischio, si passi subito a quantificare gli impatti economici sul business.

Se invece facessimo una riflessione partendo dall’approccio umano al rischio, sarebbe facile comprendere che prima di individuare e valutare il rischio dal punto di vista quantitativo, sarebbe più opportuno creare una matrice di valutazione qualitativa che tenga conto della sensibilità e della consapevolezza del soggetto con cui ci stiamo relazionando, visto che le imprese sono fatte da persone e sarebbe importante tenerne conto!!!

Ma facciamo un passo indietro.

Cosa intendiamo per Rischio Umano?

Per Rischio Umano (Human Risk) intendiamo la perdita di valore di un’azienda a causa di fattori umani. Quando parliamo di valore intendiamo anche le decisioni prese o meno dai membri della società stessa. La voce “perdita” include sia una componente finanziaria che quella non finanziaria.

Il rischio umano può anche essere causato dal modo in cui un’organizzazione gestisce le proprie persone, da ciò che richiede loro e da come lo fa.

Capire quali fattori aumentano la probabilità che si commettano “errori” sotto forma di decisioni compromesse o non ottimali è la chiave per identificare, gestire e ridurre con successo il rischio di perdita dovuto a fattori umani. La scarsa visibilità del rischio umano non finanziario è spesso citata come la principale sfida che le imprese dovranno affrontare se vogliono davvero parlare di sostenibilità, anche lato human.

L’azienda è composta da diverse personalità che vanno comprese

È infatti la personalità di ognuno di noi a influire sulle nostre scelte e lo fa basandosi su due pilastri importantissimi: il carattere o comportamento appreso, che ingloba tutte le nostre esperienze personali (le percezioni prenatali, l’ambiente familiare, l’educazione ricevuta, l’istruzione, l’ambiente sociale, i percorsi formativi e professionali, ecc.) e il tratto del temperamento,  che acquisiamo biologicamente e che resta immutabile del tempo. L’unione di questi due aspetti crea l’attitudine con cui ognuno di noi risponde agli stimoli esterni, spesso mitigata o accentuata dalle maschere sociali, che rispettiamo nonostante i nostri bassi istinti, e sicuramente spesso camuffata dietro i condizionamenti che subiamo.

Saper individuare l’identità primaria di ognuno, rispettarla e metterla davvero al centro, è un aspetto importantissimo nella gestione dei cosiddetti “people risks“, perché da essa dipendono le scelte di ognuno.

L’essere umano: l’unione di diverse sensibilità ed esperienze

Ogni individuo ha una specifica biostruttura cerebrale che crea un modo unico di vivere la realtà che ci circonda e ciò genera dei comportamenti che influenzano le relazioni con gli altri, la modalità con cui si persegue e raggiunge un obiettivo e la capacità di intercettare stimoli intellettuali. Tutte le nostre decisioni partono da qui e quindi anche la nostra modalità di percepire i rischi e le opportunità che ci si presentano.

  • Se non conosciamo questi aspetti degli uomini che guidano le imprese, come possiamo comprendere in maniera adeguata le scelte che compiono e quindi anche i rischi che da esse scaturiscono?
  • Come possiamo pretendere di impostare una strategia di mitigazione del rischio se non conosciamo le ragioni profonde che spingono un imprenditore e il suo management a scegliere una strada piuttosto che un’altra?

In questo particolare momento di mercato, dove tutto evolve troppo velocemente, è invece necessario fermarsi e fare un passo indietro e, anziché pensare a strumenti sempre più evoluti, diventa fondamentale semplificare e rivalutare in maniera adeguata la centralità dell’uomo nella gestione dei rischi d’impresa.

L’azienda è come una nave e le persone sono il suo equipaggio

A bordo di una nave, ognuno ha un ruolo specifico e un compito chiaro. Tutti sanno chi deve fare cosa e perché. Da questo dipende la sopravvivenza dell’equipaggio e la possibilità di arrivare sani e salvi a destinazione.

L’importanza di conoscere profondamente le persone, e quindi le attitudini degli uomini di un’impresa, diventa la base necessaria per gestire i rischi comportamentali di cui nessuno parla e che nessuno tratta, ma che sono invece il perno sui cui si fonda anche il successo dell’intera organizzazione.

Solo se le persone vivono e lavorano in armonia grazie alla comprensione e al nutrimento reciproco, si sviluppa quel sano lavoro di squadra che porta l’azienda a raggiungere traguardi sfidanti, superare crisi che si pensava essere catastrofali e trovare soluzioni là dove qualcun altro vede solo minacce.

Questa sarà la vera sfida del futuro, questa la vera sostenibilità su cui è fondamentale concentrarsi.

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