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Chi è il nr. 1 della tua azienda?

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“Ma che c’azzecca” (cit.) l’Enterprise Risk Management con il ruolo del portiere calato nella realtà aziendale?

E perché la norma “ISO31000:2018: Risk management — Principles and guidelines”, potrebbe venirci in aiuto sulle scelte da adottare?

Andiamo per gradi.

La domanda che troviamo nel titolo di questo articolo è sicuramente interessante ed è anche un tema molto caro a noi di MYR poiché, spesso, quando parliamo di aziende, ci dimentichiamo che non parliamo di entità astratte, ma di contenitori al cui interno coesistono diverse menti e personalità, che reagiscono e operano in maniera differente l’una dall’altra.

Questo dovrebbe aver risposto almeno in parte alle perplessità iniziali, ma nel caso in cui ciò non fosse servito a placare il vostro spirito indagatore, nelle prossime righe troverete sicuramente ciò di cui avete bisogno per poter dire: “Ah però, ora ci siamo!”.

Qual è il ruolo più importante in una squadra? e in azienda?

Se hai risposto “l’attaccante” direi che hai preso un abbaglio. Nella mia ipotesi di squadra/azienda ideale la figura sicuramente più importante è il portiere / colui che gestisce l’apparato finanziario.

Per un semplice motivo: facendo un parallelismo con l’ambito sportivo, se il portiere sbaglia, si prende gol. E si può perdere molto se il CFO sbaglia: possono mancare risorse o addirittura avere troppa esposizione che renderebbe così fragile l’azienda (solo per citare qualche scenario).

Provo ad elencare alcuni dei momenti peggiori in cui un portiere rischia di prendere gol, mettendo a confronto l’ambito sportivo con quello aziendale.

  • Errore proprio: dopo aver recuperato palla con una parata, predisponendosi alla ripartenza dell’azione, per un eccesso di “confidenza” con il pallone o dei propri “mezzi”, il portiere si avventura in un dribbling piuttosto che in un passaggio rischioso ed effettua delle valutazioni errate che portano a perdere palla a favore dell’avversario che “insacca” a porta vuota;
  • Errore in disimpegno da parte dei difensori: in questo caso il portiere c’entra poco in prima persona, ma potrebbe aver analizzato male il contesto (posizionamento in pressing degli avversari, postura errata da parte dei centrocampisti, coperture/marcature preventive assenti, ecc.) fidandosi eccessivamente della competenza dei propri compagni;
  • Mancata fiducia da parte dei difensori: i difensori evitano di coinvolgere il portiere nelle loro azioni in quanto, nel passato, ha dato prova di poca efficacia e ritenuto “colpevole” di aver commesso troppi errori che sono costati diversi punti in classifica;
  • Mancata copertura da parte dei centrocampisti: il cosiddetto “filtro” a centrocampo viene a mancare e gli avversari arrivano da ogni lato, sempre in superiorità numerica e saltano spesso le marcature arrivando a tirare in porta quasi indisturbati;
  • Bravura degli avversari: qui poco ci si può fare. La squadra fa il massimo, ma dall’altra parte trova schierati dei fuoriclasse: chapeau!

E se iniziasse a piovere?

“Piove sempre sul bagnato”, “Piove, governo ladro!”.

La pioggia come ulteriore punto critico per un portiere: fermo sui due piedi ad aspettare che qualcosa accada nei suoi paraggi, rimanendo sempre vigile perché da un momento all’altro potrebbe arrivare un’insidia; costretto a ricalcolare le traiettorie standard della palla in quanto il terreno viscido ne modifica rimbalzi e percorso, ecc.

E poi fa freddo: gli altri corrono e si possono riscaldare, il portiere no.

Quelle sopra riportate sono solo alcune delle situazioni critiche in cui potrebbe ritrovarsi anche un responsabile finanziario: errore proprio, errore dei collaboratori più stretti, mancata fiducia da parte del board, ostracismo di alcuni membri del CDA, concorrenti che decidono di navigare in un oceano blu.

E quando “piovono” problemi da tutte le parti? Un semplice ombrello può bastare?

Risultato? L’azienda rischia di affondare, consapevole che qualcosa si sarebbe potuto fare, ma ignara del “cosa”!

Il Risk Manager: un aiuto per comprendere, capire e agire!

Ecco il vero ruolo del Risk Manageraiutare l’azienda a prendere coscienza delle situazioni che sta vivendo o nelle quali potrebbe venire a trovarsi e identificare le soluzioni più idonee a gestirle.

Definire il contesto di riferimento (interno ed esterno), valutare i rischi (passando dall’identificazione degli stessi, alla loro analisi e alla loro quantificazione) per poi trattarli opportunamente, sono i passaggi essenziali e fondamentali che un Risk Manager mette sul piatto delle competenze.

Offrire “l’ombrello” al portiere per metterlo al riparo da quasi tutto ciò che gli potrebbe arrivare in testa, corrisponde al lavoro che un Risk Manager è chiamato a compiere come “consulente”.

E poi, non è forse vero che: “Sia che piove o che fa bello, che mi importa: ho l’ombrello!”

Ma tornando al ruolo del portiere/responsabile finanziario: non è vero che ha solo problemi da gestire. Può offrire anche soluzioni!

Prendiamo ad esempio Michelangelo Rampulla: nel 1992 segnò un gol di testa, a testimonianza del fatto che un portiere/CFO può decidere una partita in un ruolo non suo.

(…) durante ogni partita, negli sport di squadraciascuno vince come individuo solo se vince il gruppo. cit. “L’era dello Squalo Bianco” – A. Fedel

Si lo so, sono ironico e spesso provocatorio, ma mi piacere stuzzicare i miei lettori con metafore diverse che mi auguro rendano chiaro il mio punto di vista e l’approccio della mia azienda, sia in ambito Risk Management che a livello di governance aziendale.

Ti piacerebbe saperne di più? Vuoi avere maggiori informazioni su come il Risk Management può supportarti nella gestione della tua azienda o capire come migliorare le prestazioni del tuo Team? Parliamone davanti a un caffè.

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