Back to Work senza stress: come gestire i rischi umani del rientro dalle ferie
Agosto è il mese della leggerezza. I telefoni squillano meno, le caselle di posta si alleggeriscono, le riunioni si diradano. È il tempo della pausa, dei viaggi, del sole e del relax. Ma c’è un fenomeno che ogni anno si ripresenta puntuale, come un’onda che segue la risacca: il post-vacation stress.
Studi recenti stimano che fino al 35% dei lavoratori sperimenti al rientro dalle ferie ansia, difficoltà di concentrazione o un calo significativo di motivazione. Non si tratta di una curiosità psicologica, ma di un vero e proprio People Risk stagionale, che ha ricadute concrete sulla produttività e sulla resilienza organizzativa.
Il rientro come rischio umano
Perché il ritorno dalle vacanze diventa un rischio?
Le ragioni sono sia individuali che organizzative. Dopo settimane di ritmi più lenti, il passaggio improvviso alla routine lavorativa può risultare traumatico:
- le mail accumulate diventano montagne difficili da scalare,
- le scadenze sospese ad agosto si accavallano,
- chi è rimasto in ufficio si è abituato a nuove dinamiche e, al rientro, si creano zone d’ombra nei ruoli e nelle responsabilità.
A livello personale, si mescolano emozioni contrastanti: la nostalgia per la libertà appena lasciata, la fatica di riattivarsi, la sensazione che l’energia positiva accumulata possa svanire in pochi giorni. A livello collettivo, invece, il rischio è quello di un clima interno fragile, con collaboratori che si muovono tra frustrazione, demotivazione e conflitti silenziosi.
Sono dinamiche sottili, spesso invisibili nei report aziendali, ma che rientrano a pieno titolo tra i People Risks: non si tratta solo di come un individuo vive il rientro, ma di come un’intera organizzazione affronta un passaggio critico.
Strategie per ridurre ansia e calo motivazionale
Gestire questi rischi non significa trasformare il ritorno dalle vacanze in un campo minato, ma accompagnare le persone con consapevolezza. Alcune leve possono fare la differenza:
- Il “giorno cuscinetto”
Tornare dal mare o dalla montagna e il giorno dopo tuffarsi nella scrivania è una delle scelte peggiori. Prevedere un giorno intermedio di decompressione permette di riadattarsi ai ritmi senza shock. È un piccolo gesto che riduce sensibilmente ansia e disorientamento. - Carichi distribuiti, non concentrati
Settembre è spesso carico di progetti e obiettivi, ma concentrare tutte le scadenze nella prima settimana aumenta il rischio di errori e frustrazione. Una pianificazione graduale consente al team di ritrovare equilibrio e concentrazione. - Riconnettersi prima di correre
Un caffè di team, un “welcome back” meeting, un momento informale per raccontarsi le vacanze: sembrano dettagli, ma sono veri e propri strumenti di prevenzione. Permettono di ricostruire fiducia e coesione, riducendo i micro-conflitti che nascono facilmente dopo periodi di assenza. - Trasformare l’energia estiva in risorsa
La vacanza non è solo pausa: è anche tempo di osservazione, lettura, incontri, riflessioni. Invitare i collaboratori a condividere idee o spunti nati durante il relax estivo trasforma la nostalgia in progettualità. È un modo per portare il “sole” delle ferie dentro l’ufficio. - Allenarsi alla consapevolezza individuale
Ogni persona reagisce al rientro in modo diverso: c’è chi riparte a razzo e chi fatica a carburare. Comprendere che ognuno di noi è diverso e che reagisce in maniera differente aiuta i manager a personalizzare l’approccio, riducendo i rischi di stress e migliorando la motivazione.
Il rientro come opportunità
Il rientro dalle ferie non deve essere un trauma inevitabile. Può diventare, al contrario, un momento di rilancio se le aziende scelgono di guardarlo con occhi diversi. Invece di considerarlo un problema da subire, può essere letto come un passaggio da governare: un’occasione per rafforzare la cultura organizzativa, migliorare la comunicazione e valorizzare il capitale umano.
Il messaggio è semplice ma potente: anche dietro i fenomeni stagionali apparentemente “leggeri” si nascondono rischi veri, che se ignorati si trasformano in inefficienza e malessere. Al contrario, se riconosciuti e gestiti, diventano terreno fertile per crescita, consapevolezza e resilienza.
In conclusione
Il Back to Work è un banco di prova per le organizzazioni: mostra quanto siano davvero capaci di mettere le persone al centro. Noi di MYR crediamo che i rischi umani, grandi o piccoli, siano sempre opportunità di apprendimento. Gestirli significa costruire aziende più sane, più resilienti e più orientate al futuro.
Perché il rischio non è mai solo un numero: è il riflesso delle persone che lo vivono, lo generano e lo possono trasformare.