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Il “Dato è tratto”: come i dati possono cambiare il destino di un impero

Il “Dato è tratto”: come i dati possono cambiare il destino di un impero

Alea iacta est” – così disse Giulio Cesare nella notte del 10 gennaio del 49 a.C. prima di varcare il fiume Rubicone alla testa di un esercito, violando apertamente la legge che proibiva l’ingresso armato entro i confini del pomerium romano e dando il via alla seconda guerra civile.

Le parole attribuite a Giulio Cesare, che danno il titolo a questo articolo, si citano solitamente quando si prende una decisione dalla quale non si può recedere e che, inevitabilmente, avrà delle conseguenze all’interno della nostra vita, sia essa professionale che privata: a volte abbiamo il tempo di ponderare le cose, altre volte invece dobbiamo prendere decisioni su due piedi, altre volte ancora non riusciamo a decidere o siamo terribilmente combattuti.

La maggior parte delle volte, però, prendiamo una decisione sulla base dell’emotività, facciamo ciò che ci dice la pancia, ci lasciamo guidare dall’istinto, ma purtroppo questo non basta più e spesso ci induce in errore.

Supportare il Risk Management con i dati

Ciò che ci sfugge è che durante tutto l’arco della nostra esistenza applichiamo il processo di Risk Management, ma ne siamo totalmente inconsapevoli.

Come possiamo quindi prendere decisioni più ponderate, mediandole anche con l’emotività e l’istinto? Come possiamo decidere in che direzione andare? Come possiamo valutare quale tipologia di rischi corriamo ad andare a destra invece che a sinistra?

Per capire quali sono i rischi che si corrono prendendo una certa direzione è necessario avere dei dati con cui fare delle valutazioni e, una volta scelta la direzione che riteniamo giusta, è necessario monitorare i risultati ottenuti per confermare o modificare quanto stabilito.

L’Analisi dei dati per una gestione del rischio

In realtà, sebbene sia semplice, in pochi tengono in considerazione le potenzialità dell’analisi dei dati e mi sto riferendo alle PMI, non certo alle big corporations. Uno dei problemi delle aziende italiane, soprattutto delle micro e piccole imprese, è che non misurano: non lavorano con i dati, li hanno ma non li usano, oppure non li hanno nemmeno e navigano a vista.

Se un tempo, in un mercato meno veloce e più disponibile, questo era possibile, ora – in un’economia molto veloce, dove il cambiamento è all’ordine del giorno – non ci è più concesso. Oggi, in un mercato economico guidato dai Big Data, è importantissimo misurare il più possibile per identificare le avvisaglie di una crisi e poterne limitare gli effetti sul proprio business, creando delle linee guida per misurare il rischio in base a quelle che sono le esigenze della propria azienda.

Il Risk Management e l’analisi dei dati

Occorre estrapolare una serie di informazioni dai sistemi che già si usano, oppure creare piccoli sistemi ad hoc, oppure ancora integrare qualcosa di già esistente con strumenti che possano permettere all’imprenditore e alle persone chiave di avere elementi oggettivi su cui fare delle valutazioni.

Nel processo di Risk Management è fondamentale stimare il rischio, misurarlo, capire quanto gravi e frequenti sono certi eventi, calcolare il loro impatto sul business, verificare le perdite che una data situazione può provocare, ma i dati servono anche a verificare le opportunitàdi crescita, di sviluppo, di diversificazione per poter quindi decidere di investire, di migliorare, di aumentare il proprio posizionamento nel mercato di riferimento.

Per fare tutto questo è anche necessaria un’infrastruttura: a volte c’è, a volte no o è insufficiente o non protetta. E se si dovesse fermare? Quali rischi corriamo? Siamo in grado di ripristinare il tutto velocemente? Abbiamo pensato a come poter garantire la continuità del business? E quanto ci costa gestire tutto questo se non siamo pronti?

Se le PMI non imparano a prestare attenzione ai dati, se non si orientano verso una gestione più industriale del business, se non impostano una governance efficace, sono destinate a rimanere confinate in un mercato locale che purtroppo non le sosterrà ancora a lungo.

Ti piacerebbe capire come noi di Myr possiamo portare valore all’interno della tua azienda? Parliamone davanti a un caffè.

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