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No, il titolare d’Impresa non è un Risk Manager

No, il titolare d’Impresa non è un Risk Manager

Qualche anno fa, e per la precisione prima del Covid 19, grazie al lavoro della nostra associazione di riferimento ANRA, in un report di Deloitte si definiva l’ERM una realtà concreta.

A quell’epoca mi sono chiesto se questo fosse effettivamente vero e anche oggi, sebbene sia trascorso qualche anno, il dubbio mi resta.

Certo, nelle grandi aziende si fa qualcosa in più, ma sono ancora poche le aziende che hanno effettivamente introdotto l’approccio ERM (Enterprise Risk Management) nel processo di decision making e nel piano strategico aziendale.

Bisognerebbe quindi approfondire un po’ meglio, perché a me la situazione “reale” sembra un tantino diversa.

I dati reali

Per “reale” intendo la situazione che riguarda il tessuto produttivo italiano, composto per lo più da PMI. Parlare di realtà concreta diventa fuorviante e va specificato che tale concretezza è esclusivamente presente in “multinazionali” o aziende “strutturate” e forse nemmeno in quelle in maniera davvero “full”.

Nelle PMI, invece, che sono il 97% del totale, nemmeno sanno cosa sia il Risk Management, figuriamoci l’Enterprise Risk Management.

Tuttavia, sono queste le aziende che tengono a galla l’economia italiana e quindi il grosso del lavoro è da fare con e per queste realtà.

Il Titolare: una figura polivalente

Nelle PMI il vero Risk Manager è il titolare storico, colui che ha creato l’azienda e che tutt’ora è in prima linea: lui sa tutto della propria azienda, rischi e opportunità ma “è un uomo solo al comando” perché non ha acquisito conoscenze e competenze per poter gestire queste “nuove diavolerie” e sappiamo bene che il “consulente” viene visto spesso come fumo negli occhi.

Sì, parlo di consulente perché figuriamoci se si assume una persona come Risk Manager!

E dopo il titolare, chi può prendere le redini dell’azienda? Sarà in grado? Saprà come fare?

“Ma se finora ho realizzato numeri da capogiro senza l’aiuto esterno, perché ne dovrei aver bisogno adesso? E se poi le cose cambiano?”

Eppure, il nostro ruolo di Risk Manager deve trovare la giusta collocazione in queste realtà perché possiamo veramente fare la differenza.

Aziende che hanno fino a 50 addetti e fatturano mediamente (occhio al termine: MEDIAMENTE) 25Mio/€ sono la stragrande maggioranza, ma alla domanda: Perché non si è adottato un sistema di Enterprise Risk Management in azienda, le risposte sono state le stesse che ci sentiamo dire da anni:

  • Costa troppo (40%)
  • Non è mai successo nulla (30%)
  • Non so nulla del RM (20%)
  • Noi non abbiamo rischi (5%)
  • Non cambierebbe nulla (5%)

(fonte ANRA Survey 2018)

No, il commercialista non è un Risk Manager

Possiamo andare a parlare di Cyber Risk ad imprenditori che nemmeno conoscono il concetto di Risk? Possiamo andare a parlare di rischi strategici a questi imprenditori? Possiamo parlare di rischi reputazionali? Parliamo di Intelligenza Artificiale al mago del tornio?

Fermiamoci un attimo a riflettere: in queste aziende il massimo esperto in materia è il “ragioniere” o meglio l’attuale commercialista. Di lui ci si può fidare; ciecamente. Ma quanti commercialisti sanno di Risk Management? E chi conosce la materia, ne ha mai parlato ai propri clienti?

Alcune aziende hanno magari introdotto la qualità, quella con la q minuscola (perdonatemi se in questo caso sono cattivo, visto che vengo da quel settore) ma la si considera uno o due giorni prima della visita di certificazione perché tanto bastano quattro carte compilate correttamente e il gioco è fatto. Siamo certi che le persone coinvolte abbiano davvero capito cosa sia la Qualità? Cazzate! O puttanate, come le definirebbe un imprenditore a me molto caro!

Risk Management: l’imprenditore deve capirne le potenzialità

Che piaccia o no la situazione, in generale, è questa; poi ci sono le eccezioni sia positive che negative.

E allora come pensiamo di agire? È possibile immaginare che questo nostro grande Paese possa ergersi ad esempio virtuoso del nuovo rinascimento industriale (a me piace definirlo così il periodo che stiamo vivendo)?

Lasciamo stare i soliti strali contro la politica, lo stato, la chiesa, il calcio o chicchessia.

Troviamo il sistema di fare squadra, concretamente, e cerchiamo di far capire agli imprenditori che oggi le cose sono cambiate e cambiano in maniera repentina.

Si parla di definire il contesto interno ed esterno all’azienda, di fare una attenta analisi dei rischi (e lasciamo stare i soli rischi puri o puramente legati all’ambito finanziario), di intraprendere un cammino che porti a ridefinire il Business Model dell’azienda a favore di uno sviluppo continuo e costante basato sul coinvolgimento attivo e fattivo di tutti i collaboratori.

C’è molto da fare e dobbiamo agire.

Diventiamo gli allenatori delle PMI

Noi possiamo essere davvero il “Mister” di una squadra che gioca a memoria perché ha compreso i principi di gioco che portano a risultati continui e duraturi. Si può anche perdere qualche volta, ma dalle sconfitte si dovrebbe imparare.

“Nella vita non ho mai perso: o vinco o imparo” – Attribuita a N. Mandela.

Facciamo in modo che gli imprenditori approccino l’Enterprise Risk Management come una possibile arma di ulteriore crescita.

Del resto, in tutti i momenti della nostra giornata mettiamo in pratica il Risk Management: quando attraversiamo la strada e verifichiamo le condizioni prima di agire, quando nel ragù che stiamo preparando consideriamo se inserire una spezia anziché un’altra, quando invece di studiare l’intero capitolo del libro di storia in vista della verifica di domani ci soffermiamo solo ad alcune pagine.

Insomma: in ogni momento della nostra vita adottiamo il Risk Management; perché non nella nostra azienda?

 

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