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Cos'è il rischio d'impresa e perché non l'ho ancora calcolato

Cos’è il rischio d’impresa e perché non l’ho ancora calcolato

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Il tessuto economico di un paese si misura anche sulla stabilità e sulla salute del suo ecosistema imprenditoriale. Proprio per questo motivo è importante che i nuovi e i vecchi manager imparino a capire e conoscere come definire il rischio d’impresa e quali possono essere gli strumenti per limitarne l’impatto sulla propria attività economica.

Tuttavia, prima di addentrarci ulteriormente nella Gestione del Rischio o Risk Management, è opportuno chiarire che per Rischio di impresa si intende la gestione delle scelte imprenditoriali nella conduzione di un’azienda volta alla produzione di risultati che possono essere positivi o negativi.

Proprio per questo motivo la sua esistenza è legata a doppio filo con l’impresa stessa e la seguirà nell’arco di tutta la sua esistenza.

Cos’è il rischio d’impresa

Il Rischio di impresa è un concetto legato alla gestione e alle scelte imprenditoriali nella conduzione di un’azienda, che concorrono a produrre risultati che possono essere positivi o negativi (profitti o perdite).

Il Rischio di impresa è connaturato all’idea stessa di impresa ed è un concetto non solo esistente da sempre, ma anche sempre presente in tutto l’arco temporale della gestione di un’attività.

Ci viene quindi spontaneo pensare che parliamo di qualcosa di aleatorio, che ci accompagna nella gestione ordinaria e straordinaria delle attività lavorative passate, presenti e future. Questa però è una concezione culturalmente errata poiché in realtà l’impresa è una creatura viva e in continua evoluzione che viene influenzata da diversi fattori interni ed esterni all’impresa stessa come ad esempio:

  • l’ambiente
  • il costo del lavoro
  • i prezzi delle materie prima utilizzate
  • la tecnologia
  • il comportamento del target market
  • i competitor
  • il regime normativo e fiscale
  • le scelte strategiche
  • le persone
  • ecc.

Sulla base dei diversi fattori che possono influenzare la nostra impresa, possiamo dire che l’incertezza fa parte dell’impresa stessa ed è importante studiarla, conoscerla e capirla.

L’incertezza è collegata alla possibilità che si verifichino eventi in grado di compromettere l’integrità dell’impresa stessa (rischi o minacce), ma che possono anche svilupparla e darle impulso (opportunità).

Una buona strategia di risk management diventa quindi necessaria per il buon andamento dell’azienda e per tentare di prevedere e mettere al sicuro imprenditore, azionisti e dipendenti.

L’imprenditore e il rischio imprenditoriale

Nella gestione di un’azienda o di un business molto spesso – proprio come nella gestione della vita quotidiana – si inciampa in problemi, ostacoli e difficoltà, ma è il modo in cui queste vengono affrontate e superate a distinguerci come persone e come imprenditori e a renderci in grado di vedere nei problemi delle opportunità di crescita.

Ogni progetto vincente, ogni realtà florida, ha con tutta probabilità dietro una storia fatta non solo di successi, ma anche di modi vincenti di affrontare il rischio d’impresa ed eventuali crisi.

Crisi: una parola che, soprattutto a seguito della pandemia e di tutte le difficoltà economiche che questa ha comportato, ricorre molto spesso e con la quale, oramai, soprattutto chi è a capo di un’impresa, ha dovuto prendere confidenza.

Proprio come rischio: rischio di non risollevarsi, rischio di non riuscire a rimodellare le proprie attività sulla base di una realtà mutata, rischio di soccombere alla difficoltà.

Qual è quindi il modo giusto per affrontare i rischi e le potenziali crisi?

In realtà non c’è un modo giusto o sbagliato per farlo: esiste però un metodo che ci può aiutare a identificare, analizzare e valutare le potenziali minacce che potremmo trovarci a fronteggiare, per arginarle o mitigarle con validi strumenti e strategie, che possono anche avere l’obiettivo di trasformale in opportunità.

I segnali del rischio d’impresa

Con la riforma della legge fallimentare, si favorisce la tempestiva emersione dei segnali di crisi dell’impresa, offrendo strumenti legislativi al debitore, finalizzati al recupero delle necessarie condizioni di redditività. Questi trovano fondamento nell’attuazione di misure preventive, con il chiaro obiettivo di favorire un incremento delle probabilità di recupero per i creditori, di ridurre i tempi di soluzione della crisi e di minimizzare il danno sociale.

L’art. 2 del Dlgs12 Gennaio 2019, n.14 (Emanato in attuazione della legge delega n.155 del 19 Ottobre 2017) stabilisce che un’azienda è oggettivamente in crisi quando si individua lo stato di difficoltà economico-finanziaria che rende probabile l’insolvenza del debitore, e che per le imprese si manifesta come inadeguatezza dei flussi di cassa prospettici per far fronte regolarmente alle obbligazioni pianificate.

Nasce pertanto l’esigenza di avere a disposizione dei sistemi di allerta, cioè meccanismi di gestione interna ed esterna all’azienda, capaci di prevenire e fronteggiare con congruo anticipo i segnali di una crisi, adeguando gli assetti organizzativi e amministrativi e predisponendo procedure di controllo.

In questo senso, il Risk Management – se applicato a tutta la realtà aziendale (Enterprise Risk Management) – diventa lo strumento principe per prevenire la crisi d’impresa.

Azioni per limitare il rischio d’impresa

Proprio perché la gestione di un’attività è un percorso ad ostacoli, spesso imprevedibili, la gestione del rischio d’impresa è una disciplina diventata, negli ultimi anni, oggetto di attenzione da parte delle imprese, sia piccole che grandi.

Queste riconoscono infatti l’importanza dell’identificazione, valutazione e quantificazione dei rischi che si trovano ad affrontare, con l’obiettivo di individuare le soluzioni per ridurre e approcciare nel miglior modo il rischio dell’impresa.

L’insieme di queste pratiche/soluzioni è definito come Risk Management: esso si basa sulla possibilità di prevedere il verificarsi di una minaccia e il peso delle sue conseguenze.

L’obiettivo, come anticipato, è intercettare i fattori di rischio e ridurli al minimo; così come, è fondamentale intercettare i cambiamenti che potrebbero essere fonte di rischio e intervenire per impostare una nuova linea di condotta per tutelare il proprio business e la stessa azienda.

Come possiamo fare tutto questo?

C’è una norma – la ISO 31000 – che fa da linea guida e che ci permette di identificare le minaccevalutare le conseguenzegestire il rischio attraverso strategie e mezzi di intervento, minimizzando rischi economici tramite l’ottimizzazione di obiettivi e investimenti.

Una gestione ottimale del rischio ha degli effetti assolutamente positivi:

  • Aumenta la probabilità di realizzare gli obiettivi
  • Stabilisce una base affidabile per il processo decisionale e di pianificazione
  • Incoraggia la gestione proattiva e migliora l’identificazione delle opportunità e delle minacce
  • Rispetta le disposizioni legali e regolamentari pertinenti e i requisiti a standard internazionali
  • Migliora i controlli interni e la governance aziendale
  • Migliora l’efficacia operativa e l’efficienza
  • Migliora la previsione di potenziali problemi, gestisce gli incidenti e minimizza le perdite
  • Migliora la fiducia degli stakeholders

In conclusione, appare evidente come sia importante informare e soprattutto formare le imprese italiane nella gestione del rischio, attraverso azioni concrete e mirate che abbiano come obiettivo quello di creare una chiara consapevolezza negli imprenditori che le governano.

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